Mi toccherà ballare
(Ottavia
Casagrande-Raimonda
Lanza di Trabia)
In breve
Se avessi seguito le regole sarei stato per sempre
bastardo. Non avrei buttato piatti di vermeil e reliquie di santi tra i
flutti. Non avrei amato Magdalene. Non avrei fumato oppio. Non avrei amato
la morfina e l’alcol. Non avrei risparmiato la vita a un comandante
repubblicano in cambio del suo impermeabile. Non avrei fuso 72 motori. Non
avrei comprato un uomo. Non avrei ballato coi tonni in punto di morte.
Non
saprei che gusto si prova ad andare in giro nudo. Non saprei se le
americane baciano meglio delle italiane. Be’, mi sarei perso molte
cose.” Raimondo Lanza di Trabia
Il libro
Aggettivi come “stravagante”, “eccentrico”, ed
espressioni come “fuori dai canoni”, “sopra le righe” trasmettono solo in parte
la vertigine, la passione, la furia con cui Raimondo Lanza Branciforte
principe di Trabia, appartenente a una delle più antiche, nobili e
facoltose famiglie di Sicilia, ha preso a morsi i suoi trentanove anni
(1915-1954): combatte in Spagna, è compromesso con i fascisti ma poi aiuta
i partigiani, caccia la tigre, dalla vasca da bagno della sua suite all’Hotel
Gallia di Milano compra e vende calciatori, si batte a duello, partecipa a
corse automobilistiche, organizza feste da mille e una notte; è
amico dello scià di Persia e di Tomasi di Lampedusa, di Aristotele
Onassis e di Luchino Visconti, di Gianni Agnelli e di Robert Capa; ama Susanna
Agnelli, Edda Ciano, Rita Hayworth e infine sposa Olga Villi. Sulla sua
vita si è detto molto e qualcuno ha scritto, spesso senza reale cognizione di
causa. A sessant’anni dalla sua tragica fine, è la figlia Raimonda –
insieme alla nipote Ottavia – a scavare nel passato di quest’uomo
fascinoso e scapestrato, vorace ed eccessivo, che ha sublimato un’incontenibile
angoscia di morte in un’altrettanto incontenibile bramosia di vita: da una
vecchia valigia sono emersi appunti, documenti, lettere, fotografie, tutto
materiale inedito che ha colmato i vuoti, chiarito i nessi, precisato i
rapporti, illuminando di una luce nuova testimonianze e racconti di chi
Raimondo lo ha conosciuto. Alla fine, la morte dell’ultimo principe di
Trabia e la rovina finanziaria della sua famiglia risultano oscuramente
legate al trionfo della mafia in Sicilia e al suo radicarsi nei palazzi
del potere. Di Raimondo restano questa storia appassionata, il rimpianto per un
mondo dorato imploso – fortune giocate, ville e palazzi perduti, ricchezze
disperse –, il fulgore abbagliante di una vita bruciata.
Il caso Bramard
(Davide Longo)
In breve
Come per tutti c’era stato un tempo in cui la bellezza
era entrata in lui senza fare anticamera, ma tutto questo era stato
nell’altra vita, quella in cui si è innocenti e si può credere a
tutto, prima di scoprire che la bellezza nasconde sempre qualcosa di
irrimediabile.
Il libro
Corso Bramard è stato il commissario più giovane d’Italia.
Meditabondo, insondabile, introverso, capace di intuizioni prossime alla
chiaroveggenza. Fino a quando un serial killer di cui seguiva le tracce ha
rapito e ucciso la moglie Michelle e la piccola Martina. Da allora sono
passati vent’anni. Corso vive in una vecchia casa dimessa tra le colline,
insegna in una scuola superiore di provincia e passa gran parte del tempo
arrampicando da solo in montagna, spesso di notte e senza sicurezze,
nell’evidente speranza di ammazzarsi. Perché, come suole ripetere, “non c’è
nessuna vita adesso”. Eppure qualcosa è rimasto vivo in lui: l’ossessione,
coltivata con quieta fermezza, di trovare il suo nemico. Il killer che ha
piegato la sua esistenza e che continua a inviargli i versi di una canzone
di Leonard Cohen. Diciassette lettere in vent’anni, scritte a macchina con
una Olivetti del ’72. Un invito? Una sfida? Ora, quell’avversario che non
ha mai commesso errori sembra essere incappato in una distrazione. Un indizio
fondamentale. Quanto basta a Corso Bramard per riprendere la caccia,
illuminando una scena popolata da personaggi ambigui e potenti, un dedalo
di silenzi che conducono là dove Corso ha sempre cercato il suo
appuntamento, e il suo destino.
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