La saga di Trainville
di Alain Voudì, da un’idea di Daniela Barisone
Episodio 1: Arrivo a Trainville
di Alain Voudì (alain.voudi@gmail.com)
Editore: Delos Digital
Genere: Fantascienza / steampunk / westernpunk
ISBN: 9788867753611
Data di uscita: 27 maggio 2014
Formato: EPUB / MOBI
Pagine: 54 (stima)
Prezzo: 99 centesimi
(copertina di Daniela Barisone)
Piano dell’opera:
27/05/2014: Arrivo a Trainville
10/06/2014: Alla scoperta di Mister Pennyworth
24/06/2014: Andata e ritorno (titolo provvisorio)
08/07/2014: Fuga da Trainville – parte I (titolo
provvisorio)
22/07/2014: Fuga da Trainville – parte II (titolo
provvisorio)
Hell's
Hollow, la "valle dell'inferno": un territorio velenoso, mortale per
le radiazioni. Eppure è lì che gli indiani Navajo trovano il loro
sostentamento: raccolgono la sabbia e la rivendono ai ricchi mercanti bianchi.
È proprio da quella sabbia che i bianchi estraggono l'energia nucleare che fa
muovere i grandi treni-città come Trainville, migliaia di grandi vagoni che
viaggiano su binari quadrupli, girando tutti gli Stati Uniti in un'orbita senza
fine che va da Boston alla California e viceversa.
Ma
un giorno Serpe Veloce trova qualcos'altro nello Hell's Hollow. Una
bambina bianca, sperduta, senza memoria, senza passato. È così che comincia la
nuova vita di Joanna, alla scoperta del mondo e delle sue città viaggianti.
TRAMA
La saga di Trainville si svolge nell’ultimo decennio del XIX
secolo in una versione alternativa degli Stati Uniti, in cui la Guerra di
Secessione non è mai scoppiata e le industrie dell’Est sono alimentate, in
luogo del carbone, dalla sabbia radioattiva che i Navajo estraggono dal
gigantesco cratere di Hell’s Hollow, nel deserto dell’Arizona. Protagonista
della saga è Joanna, una bimba bianca che gli indiani hanno trovato in fin di
vita nel bel mezzo dello Hollow.
Joanna non ricorda nulla di sé a parte il nome, né sa
spiegare come sia arrivata, da sola, al centro di una delle località più letali
del mondo. L’unica memoria che conserva del proprio passato sono gli incubi di
morte che la perseguitano.
In questo primo episodio seguiremo la piccola Joanna dal
momento del suo ritrovamento fino a quando verrà affidata dagli indiani al
mercante bianco che acquista la loro sabbia: mister James T. Pennyworth,
residente a Trainville, uno degli smisurati convogli che corrono lungo la
Circle, la grande ferrovia transcontinentale che avvolge, come un anello, tutti
gli States. Con l’aiuto di mister Pennyworth, Joanna inizierà a ricostruire la
propria storia, e forse a trovare il proprio posto nel mondo.
La storia di Joanna a Trainville proseguirà nei quattro
episodi successivi, che compongono un unico lungo arco narrativo e saranno
pubblicati, sempre a cura di Delos Digital, a martedì alterni a partire dal 27
maggio 2014. La saga di Trainville prevede un secondo arco narrativo,
attualmente in lavorazione.
AUTORE
Genovese, classe ‘63, Alain Voudì collabora fin dai primordi
alle collane Delos Digital, per le quali è coautore tra l’altro di tre episodi
della serie The Tube. Ha pubblicato numerosi racconti, alcuni dei quali apparsi
nei Gialli Mondadori, ed è stato vincitore o finalista di concorsi quali lo
Stella Doppia e il Premio Robot. Altri suoi lavori si possono trovare nella
serie “365 storie per un anno” di Delos Books, oltre che nelle riviste Robot e
Writers Magazine Italia, nella collana FantaErotika di Lite Editions e nelle
raccolte Il Cerchio Capovolto (I Sognatori, 2011 e 2012).
ESTRATTO
Hell’s Hollow, Arizona, 1888
[...]
Dopo quelle che gli parvero ore, Serpe Veloce arrivò al giacimento,
annegato nel cuore della distesa sabbiosa. Ignorando il crescente calore che
filtrava attraverso le suole e resistendo all’impulso di sfregarsi il braccio
sulla fronte per detergerne il sudore, si fermò e si liberò dalle briglie della
slitta. Un altro ratto mutato gli sfrecciò sulla punta degli stivali, prima di
scomparire inghiottito nel calore insostenibile di quella terra aliena. Per
quanto mostruosa ai suoi occhi, quella creaturina era più adatta di lui al
proprio ambiente. In un lampo di intuizione, Serpe comprese la lezione che il
Grande Spirito gli aveva appena impartito: in quel luogo, l’alieno era lui.
Annuì, riproponendosi di non dimenticarlo.
Senza indugiare oltre, tirò a sé la slitta e ne trasse la pala di piombo
e una bracciata di piccoli sacchi coibentati.
Affrettandosi al lavoro, iniziò ad affondare la pala nella sabbia
sfrigolante, riempiendone i sacchi e sigillandoli man mano con cura, attento a
non lasciar uscire nemmeno un granello del loro prezioso e letale contenuto.
Un’ora dopo, tutti i sacchi erano stati riempiti e impilati a dovere; Serpe
infilò le braccia nelle cinghie di cuoio della slitta e la strattonò per liberarne
i pattini, che erano affondati leggermente sotto il peso del carico. Quando
finalmente riuscì a rimetterla in movimento, si incamminò sulla strada di
ritorno, ben segnata dalle strisce parallele lasciate all’andata.
Fu a quel punto che il vento gli portò il suono.
Sorpreso, l’indiano si immobilizzò all’istante e tese l’orecchio, girando
la testa d’attorno improvvisamente attento. Non tutti i mostri generati dallo
Hollow erano innocui come i piccoli ratti a due teste.
Il suono si ripeté, identico alla prima volta. Dietro alle lenti della
maschera, Serpe strinse le palpebre. Non sembrava un suono minaccioso. Pur
ovattato dagli strati di stoffa piombata del cappuccio, sembrava piuttosto un
gemito di dolore.
Un gemito dal suono molto umano.
Senza fermarsi a riflettere, il navajo si liberò delle cinghie e si
diresse verso il gruppo di rocce aguzze dalla cui direzione sembrava provenire
il suono. Aggirate che le ebbe, si fermò di colpo per la sorpresa.
Riversa su una roccia piana stava una atʼééd
[1],
una piccola bianca di forse una dozzina di primavere, senz’altra protezione
addosso che i propri vestiti già anneriti dal calore. I lunghi capelli castani
le giacevano intorno alla testa come una corona, strinati dalle radiazioni
presenti nell’aria. Ma la cosa che fece scattare in avanti Serpe Veloce fu la
vista del viso di lei, appoggiato con la guancia alla pietra rovente. Afferrò
la bimba per le spalle e con un gesto deciso la tirò su, liberandola dalla
stretta mortale della roccia.
Con un terribile suono di pelle lacerata, il volto della bambina si
staccò dal suolo, lasciandovi incollati brandelli di carne viva.
La piccola si agitò debolmente, lamentandosi per il dolore improvviso.
Serpe respirò di sollievo: per provare dolore occorreva essere vivi, e la vita
scorreva ancora nella bimba. Quanto a lungo avrebbe continuato a farlo, sarebbe
dipeso soprattutto dalla rapidità dei soccorsi.
Serpe Veloce strinse i denti, caricandosela in spalla.
Quella volta, avrebbe fatto onore al proprio nome.
[1] Bambina – lingua Navajo
LE MIE IMPRESSIONI
Non conoscevo Alain Voudì. Era un po’
che girava in rete il suo Trainville, ma come sapete, sono alquanto restia alla
letture di formati digitali.
A ogni modo, l’ho letto. E posso dire di
essere piacevolmente colpita.
L’idea è azzeccatissima. Mi piace il
genere steampunk e qui ha ampio respiro. Ho trovato l’opera originale e piena
di guizzi.
Apprezzatissime le descrizioni accurate
dei luoghi e dei personaggi. Ben congeniate, davvero. A tratti mi è sembrato di
sentire odori e suoni. Ammirerete le atmosfere di questa America sospesa in un
tempo indefinito. Sabbie radioattive, strani congegni e treni a vapore, vi
trasporteranno lì, nel mondo ideato da Alain e Daniela. Le parole sono
ingranaggi che si muovono simultaneamente e armonicamente.
Accoppiata di personaggi curiosa e
vincente, quella del Navajo Serpe Veloce e della bambina, Joanna. Non sono gli
unici personaggi e destare attenzione e curiosità.
Lo stile è fluido, eppure ricercato.
Questa saga non è affatto scontata e ve ne consiglio la lettura.
Il mio voto
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