Titolo: Bunker diary
Autore: Kevin Brooks
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: maggio 2015
Pagine: 300
Prezzo: 15,00 €
Linus, sedici anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove anni, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico da cui nessuno può fuggire.
Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti. Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere.
"Bunker Diary" è un incubo da vivere sulla propria pelle attraverso le pagine del diario di Linus, in un’escalation di umiliazioni, meccanismi perversi e violenza fisica e psicologica innescati “dall’uomo di sopra”…
Cari
lettori,
buon inizio di settimana con questa nuova recensione.
Oggi recensisco "Bunker Diary" di Kevin Brooks, un libro che su due
piedi definirei strano e tutt'ora, a
giorni dalla lettura, mi sento confusa in merito al mio giudizio.
È un libro indiscutibilmente scritto bene, con uno stile
che attira pagina dopo pagina. L'ho letto in un giorno, infatti, mossa dalla
curiosità. Ringrazio a questo proposito la casa editrice Piemme che mi ha offerto la possibilità di leggerlo.
Il romanzo
si compone come un diario, ogni capitolo è un giorno e si sviluppa per circa
due mesi.
È un libro che lascia l'amaro in bocca e la tensione che corre sulla pelle per ogni
capitolo.
Linus è
stato rapito in stazione, ma non sa da chi, né perché. La scena si apre infatti
con la descrizione del luogo in cui è confinato. L'autore lascia immaginare che
il ragazzo sia prigioniero in una specie di bunker, senza finestre e porte.
L'unica possibilità di accesso è un ascensore, che però né lui, né altri
personaggi che arriveranno in seguito potranno mai usare.
I primi due
giorni passano in preda al terrore e allo sconforto, non c'è cibo, né alcuna
forma di comfort. Il misterioso rapitore spegne e accende le luci a un orario
stabilito e non si fai mai vedere.
Dopo qualche
tempo l'autore conforta la solitudine di Linus facendo comparire una bambina,
Jenny, a cui seguiranno altre persone, per un totale di sei.
Questi
passeranno i loro due mesi di agonia senza cibo, né acqua.
Non so voi,
ma e me tutto questo ha messo una grande ansia. Qualche sprazzo di speranza qui
e lì lascia prendere fiato al lettore, ma di nuovo tutto crolla e ci si ritrova
a mangiucchiarsi le unghie.
E qui smetto
di scrivere, perché altrimenti vi svelerei il succo della storia che in fin dei
conti non si sviluppa, ma va a morire sul finale.
L'idea è
buona, potrei definirla quasi geniale, perché l'intento dell'autore è stato
raggiunto: far arrivare il lettore fino all'ultima pagina per scoprire il volto
del rapitore e capire le ragioni che lo hanno indotto a sequestrare quelle
persone.
Il quesito
viene appagato?
Lo lascio
scoprire a voi.
Questo
romanzo ha ricevuto numerosi consensi e ha vinto anche un prestigioso premio.
Il successo è da addurre non tanto allo stile che seppur incalzante risulta
semplice e asciutto, ma alla grande
curiosità che desta il lettore. È un libro che spiazza, crudele, sadico, folle.
Io non so
ancora esprimere il mio giudizio, sono rimasta troppo stranita dal finale e da
come si è sviluppata la vicenda. Di certo posso dirvi che è un romanzo da
leggere, insolito e che potrà suscitarvi forti emozioni.
« La paura ha uno scopo.
Non è solo quella che ci fa godere i film dell'orrore o le montagne russe.
Esiste per un motivo!
Ci tiene in vita.. »
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