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Recensione: Vita di Tara di Graham Joyce

Buongiorno lettori,
finite le vacanze, si riprende a pieno ritmo. Ed eccovi la recensione di un libro del tutto fuori dal comune!
Buona lettura. ;)

Vita di Tara 
di Graham Joyce


Editore Gargoyle
Collana Extra
Formato Brossura
Pubblicato 03/07/2014
Pagine 362
Lingua Italiano
ISBN-13 9788898172399
Traduttore B. Tavani

Graham Joyce era uno scrittore e insegnante. Con i suoi romanzi ha vinto numerosi premi, tra cui World Fantasy Award nel 2003, il British Fantasy Award (di cui è stato insignito per sei volte) e il Grand Prix de l'imaginaire. Il suo Indigo è stato inserito nell'elenco dei New York Times Notable Books. Insegnava scrittura creativa alla Nottinghm Trent University e viveva a Leicester con la moglie e i due figli.


Dopo il pranzo di Natale Peter Martin riceve una telefonata concitata dal padre che gli chiede di raggiungerlo subito perché qualcosa di sorprendente è accaduto alla loro famiglia. Al suo arrivo, Peter ritrova Tara, la sorella adolescente scomparsa misteriosamente vent'anni prima. Cosa le è accaduto? E dove è stata in questi lunghi anni? La storia di Tara ha dell'incredibile: ha conosciuto uno straniero nella foresta degli Outwoods ed è stata con lui per mesi in un... mondo parallelo. Per la sua famiglia è impossibile crederle, ovviamente, eppure il corpo di Tara non è invecchiato affatto nonostante siano passati vent'anni. L'unico che sembra essere dalla sua parte è il suo primo amore, Richie, ma un uomo misterioso la pedina tentando in tutti i modi d'impedirle di riawicinarsi a lui. Spetterà allora allo psichiatra, il dottor Underwood, scoprire quali segreti nasconde la mente di Tara e riportare così ai Martin la ragazzina che avevano perduto.



"Lui iniziò a parlare di molecole che si scontrano; mi disse che solo certi impatti sono così forti da creare un legame efficiente, e questo avviene perché solamente alcune molecole possiedono abbastanza energia al momento dello scontro per distruggere legami preesistenti e crearne di nuovi
   



Ecco un libro che conferma l'espressione "non è quello che sembra". Mi spiego. Dal principio sono stata attratta dalla splendida cover. La versione italiana devo dire, è incantevole. Mi sono soffermata a leggere i commenti - in prima e in quarta - delle varie testate giornalistiche. C’è anche un commento di King, il quale esalta libro, definendolo uno dei migliori Fantasy mai letti. Ecco. Pensavo di leggere un Fantasy. Tuttavia, tanto Fantasy non è. Vi delineo brevemente la storia, senza spoilerarvi nulla. 

Tara è una ragazza di circa sedici anni. Ha una famiglia, un fidanzato e una vita che tutto sommato, le piace. 

Un giorno, passeggiando per gli Outwoods (bosco situato al di là del paese), incontra una uomo, Hiero. E la sua vita cambia. Lo segue e scopre che Hiero fa parte di una comunità di usi davvero singolari. Il mondo che Tara scopre è ricco di magia e fascino e lì impara molte cose, ma le mancano i suoi affetti.

Scopre di non poter tornare subito indietro, ma attendere che gli astri si allineino per favorire il passaggio da quel mondo a quello reale.
Trascorrono sei mesi, allo scadere dei quali, Tara torna a casa. Ma nel mondo reale sono trascorsi venti lunghi anni. Le persone che amava sono invecchiate. Il suo fidanzato, Richie, non è più lo stesso. Lei no, è sempre bella e giovane come quando aveva sedici anni. 
Non vi dico altro, perché è giusto che lo leggiate. Non voglio farvi il riassunto del libro, ma esporvi ciò che ho pensato quando l’ho letto.
In principio arrancavo, non riuscivo a capire dove fosse la nota Fantasy tra quelle pagine. Leggevo frammenti di vita comune. Nient’altro. L’attenzione si è alzata quando alla porta dei Martin, bussa una ragazza, Tara.
Il desiderio di scoprire dove fosse stata per vent'anni, è una molla che fa saltare il lettore di pagina in pagina.
Lo stile è fresco, pulito e preciso. Joyce ha una bella penna e un’ottima capacità di suscitare impressioni. Le descrizioni sono accurate nel mondo “dall’altra parte”, tanto da sentirne odori e vederne colori. Lo sono meno nella realtà. Forse è un effetto voluto. 
I personaggi sono delineati con cura. Tutti hanno una propria personalità e vivono da sé. Quella curiosamente meno caratterizzata, mi è sembrata Tara. L’ho trovata troppo svampita all’inizio, da accettare un passaggio a cavallo da uno sconosciuto. Ma poi si rivela risoluta e sul finale, compie una scelta coraggiosa e altruista.
Il punto di vista della narrazione cambia continuamente: un po’ è Tara a narrare; un po’ Peter, il fratello; Richie, il fidanzato di un tempo; altre il narratore o lo psichiatra che prende in cura Tara, Vivian Underwood. 
Tutti ci espongono la loro versione della storia, ma quella di Tara è la più affascinante. Il Fantasy in questo libro, è racchiuso in quel villaggio adagiato sulla schiena di un lago cangiante. Lì tutti sono liberi, in ogni eccezione che il termine permette. 
L’idea è originale e ben sviluppata. apprezzatissime alcune chicche, perle di pensieri che il narratore lascia al lettore.
Nel complesso, ho apprezzato questo libro e lo consiglio. Ma non a tutti, non potrebbe ugualmente piacere a chiunque. Ha un fascino tutto suo, del tutto particolare. Lo consiglio soprattutto a chi si perde continuamente e ha voglia di ritrovarsi. La risposta è in se stessi.



Il mio voto:



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