Trainville – Seconda stagione
di Alain Voudì, da un’idea di Daniela Barisone

di Alain Voudì (alain.voudi@gmail.com) Editore: Delos Digital
Genere: Fantascienza / steampunk / westernpunk
ISBN: (non ancora assegnato)
Data di uscita: 10 marzo 2015
Formato: EPUB / MOBI
Pagine: 90 (stima)
Prezzo: 1.99€
Joanna, ancora in fuga dai Federali, incontra una persona che le cambierà la vita.

Dopo la drammatica fuga da Trainville, Joanna si trova ancora una volta sola al mondo, isolata in una
città sconosciuta, angosciata per la sorte delle persone che ama e con l'unica sua flebile speranza riposta
nel criptico messaggio di soccorso inviato alla Resistenza.
Sarà l'incontro con Danielle, avventuriera, giocatrice e pistolera, che le farà trovare la forza di riprendere
in mano le redini della propria esistenza e giocarsi il tutto per tutto, per la salvezza propria e dei propri cari.
Dopo il notevole successo riscontrato dalla sua prima stagione, Trainville torna nelle librerie online
con una seconda serie di episodi, che riprendono la storia di Joanna da dove l’avevamo lasciata al
termine della stagione precedente.
In questa seconda serie la protagonista, ormai cresciuta fino a diventare una giovane donna, dovrà
affrontare la realtà di una perdita straziante, raccogliere tutto il proprio coraggio e mettere in gioco la
propria stessa vita per battersi contro l’ombra di una dittatura sempre più corrotta e violenta.
Le avventure di Joanna e dei suoi alleati proseguiranno lungo un arco di quattro episodi (gli ultimi
due dei quali scritti in collaborazione con Augusto Chiarle), che saranno pubblicati, sempre a cura di
Delos Digital, a martedì alterni a partire dal 10 marzo 2014.
La saga di Trainville prevede un terzo (e finale) arco narrativo, attualmente in lavorazione.
Nel frattempo, l’entusiasmo dei lettori per la prima stagione di Trainville ha convinto l’editore a
realizzarne anche una versione cartacea, che sarà presentata al pubblico in occasione della DeepCon16
di Fiuggi, il prossimo venerdì 20 marzo 2015, e subito resa disponibile per l’acquisto sul Delos Store.
Genovese, classe ‘63, Alain Voudì collabora fin dai primordi alle collane Delos Digital, per le quali è
coautore tra l’altro di tre episodi della serie The Tube. Ha pubblicato numerosi racconti, alcuni dei quali
apparsi nei Gialli Mondadori, ed è stato vincitore o finalista di concorsi quali il Trofeo RiLL, lo Stella
Doppia e il Premio Robot. Altri suoi lavori si possono trovare nella serie “365 storie per un anno” di
Delos Books, nelle riviste Robot e Writers Magazine Italia e nelle raccolte Il Cerchio Capovolto (I
Sognatori, 2011 e 2012).
Oltre a tutto ciò, è ovviamente autore della saga western-steampunk Trainville.
Ultimi titoli pubblicati:
Non è mai l’ultima volta (in Writers Magazine Italia #42), thriller, febbraio 2015
Variante chiusa (in La Maledizione e altri racconti dal Trofeo RiLL, Wild Boar, 2014)
Il Mattatore (Senza sfumature #35), erotico, ottobre 2014
Laguna Beige (Urban Fantasy Heroes #5), fantasy, settembre 2014
la saga di Trainville (Delos Digital, 5 episodi), steampunk, maggio-luglio 2014
Rig (Delos Crime #5), thriller, maggio 2014
Alla deriva (Chew-9 # 12), fantascienza, aprile 2014
Rinascita (The Tube 2 #1, con Franco Forte), horror, aprile 2014
Giorno Zero e Il bacio della morte (The Tube #3 e #6, con Antonino Fazio), horror, 2013
Io sono l’uomo nero (finalista al premio Algernon Blackwood 2013), horror, 2013
Indipendenza violata (la Mela Avvelenata), spy/action/parodia, 2013
L’orco (Lite Editions), erotico, 2013
Il movente (in Giallo 24, Mondadori), giallo, 2013
Il veleno dell’iguana (in Classici del Giallo Mondadori #1301), thriller, 2012
Mondo senza bambini (in Gialli Mondadori #3052), noir, 2012
Il volo della Ikarus (finalista al premio Stella Doppia 2012), fantascienza, 2012
ESTRATTO
A bordo del Regio Piroscafo Alberto da Giussano, appena al largo di Fort Lafayette, Brooklyn, New York
Aprile 1891
L’agente dell’Immigrazione scartabellò per un po’ i suoi documenti, prima di alzare lo sguardo e
fissarlo negli occhi.
– Amedeo Negri – declamò.
Pronunciato dal federale, il suo nome suonava più come “Emìdio Nigrai”, ma non gli parve il caso
di sottilizzare.
– Sì, signore: sono io.
– Nazionalità?
– Italiano.
– Professione?
– Ingegnere meccanico.
– Meccanico – si appuntò l’agente, annuendo con aria severa. Amedeo sospirò, chiedendosi cosa
avrebbero pensato della semplificazione i suoi professori del Politecnico e dell’Accademia.
– Lavoro per la Aeromobili Rebaudengo di Torino, e sono...
– Non ho chiesto il suo curriculum – lo interruppe il federale a testa bassa, continuando a scrivere
sul proprio registro.
Amedeo trattenne il fiato e si dondolò sui piedi, a disagio. Non sapendo bene dove mettere le mani,
le giunse dietro la schiena, stringendo i pugni per evitare di mostrare il tremore alle dita.
– Perché vorrebbe entrare nel nostro paese, Mister Negri?
Per capire com’è la situazione politica da voi, e magari per mettere le mani su una caldaia a Sabbia funzionante.
[...]
Malgrado i timbri ottenuti sui documenti, Amedeo non riuscì a respirare normalmente finché non
vide la lancia staccarsi dal bordo del piroscafo per tornare a Fort Lafayette. Probabilmente il suo
sentimento era condiviso anche dal comandante, perché prima ancora che i federali arrivassero alla loro
destinazione, il da Giussano si era già rimesso in movimento. Pochi minuti dopo, la prua del
transatlantico doppiò lo stretto dei Narrows, e Amedeo trattenne il fiato.
Aveva tanto sentito parlare della statua gigante che sorgeva sull’isolotto di Bedloe, nel bel mezzo
della baia di New York; ma vederla coi propri occhi gli suscitò lo stesso un’emozione vivissima,
difficilmente esprimibile.
– Grandioso, vero? – mormorò Hart, al suo fianco.
Incapace di spiccicare parola, Amedeo annuì in silenzio.
– Tre volte più alto del Colosso di Rodi – proclamò fiero il colonnello. – Oltre centocinquanta
tonnellate di rame e acciaio.
Amedeo annuì ancora, impressionato.
La statua, il cui imponente piedistallo di granito era stato edificato al centro della grande struttura
stellata di Fort Wood, si ergeva ritta, con le braccia conserte e le gambe leggermente divaricate.
L’immensa figura maschile era rappresentata in maniche di camicia, col colletto aperto e a capo
scoperto, e la sua testa era lievemente inclinata verso il basso, come a fronteggiare l’ingresso della baia
in modo che nessuna nave potesse entrarvi senza passare sotto il suo sguardo severo.
Sfilandoci sotto, Amedeo reclinò la testa all’indietro per incontrare gli occhi del colosso, in segno di
sfida. L’enorme statua, impassibile, si limitò a ricambiare l’occhiata. Amedeo sbuffò, soddisfatto.
– Cosa c’è di divertente? – gli domandò Hart perplesso.
– Nulla – ammise. – Solo, mi sembra che assomigli un po’ a...
– Al Presidente Edison, naturalmente! – lo anticipò il colonnello, orgoglioso. – Chi meglio di lui
potrebbe impersonare il Protettore?
Commenti
Posta un commento