Trama:
E' la fine del XVII secolo. Johannes, genio musicale
precoce, rimane ferito nel corso della campagna napoleonica in Italia. Accolto
e curato dal liutaio Erasmus, il giovane apprende nuove notizie su Carla
Farenzi, una misteriosa dama fugacemente incontrata tempo prima. Il liutaio gli
rivela poi il segreto di un violino nero, da lui stesso costruito, che canta
con la voce suadente e incantatrice della donna. Dopo averlo sentito suonare la
vita di Johannes, come uomo e come artista, resterà incatenata a quella di
Carla Farenzi.
Mie impressioni:
Un bacio fugace, l'incontro con questo libro.
Potente, sensibile, struggente, malinconico. "Il
violino nero" rapisce, prende per mano il lettore e lo porta a scrutare
Venezia dalle balconate del XVII secolo. Lo invita a perdersi tra le lagunari
vie, velate di mistero. Si ode qui l'urlo del ricordo, della nostalgia,
del dolore di aver perduto ciò che non si è realmente posseduto.
Il violino nero - misterioso e incantato oggetto - incarna
l'amore per una donna che il fato ha strappato al suo tempo. E' in quel violino
nero che si riflettono le paure, le speranze, le utopie di un giovane liutaio,
in cerca di se stesso, della musica e dell'unica musa in grado di ispirare il
suo amore e di farlo suonare come un olimpico dio.
Ho apprezzato moltissimo questo libro e lo consiglio a
chiunque ami la musica e la poesia, perchè di questo si tratta. Una tale
bellezza, non può non essere considerata poesia.
"La vita è un teatro, e dà solo una
rappresentazione".
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