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Novità Bollati Boringhieri

Celeste NG
Quello che non ti ho mai detto
Celeste Ng dimostra un talento eccezionale nel raccontare una storia in apparenza ordinaria con uno stile fuori all’ordinario
e nello svelare – nel «dire» e nel «non dire» – con tocchi precisi le radici profonde di una tragedia famigliare.

Uno dei libri dell’anno per la «New York Times Review of Books»

18esima nella best seller list del New York Times
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150 000 copie vendute negli Stati Uniti nelle prime settimane dall’uscita

Diritti venduti in 16 paesi

Libro dell’anno per Amazon

Miglior libro dell’anno per «Huffington Post», «San Francisco Chronicle», «Time Out New York», «Entertainment Weekly», «Booklist»

Libro della settimana per «The Oprah Winfrey Magazine»

3 maggio 1977, sei e trenta del mattino. Nessuno sa nulla se non una cosa: Lydia è in ritardo per colazione
È una scena che abbiamo visto spesso al cinema e nelle serie TV: la madre apre la porta della camera della figlia e la trova vuota, il letto intatto. Si teme subito il peggio. Si chiede agli amici, ai vicini, poi si chiama la polizia. La quindicenne Lydia Lee viene ritrovata morta, annegata nel lago vicino a casa: è stata uccisa? E da chi? Oppure si è trattato di un incidente? Perché è uscita di notte? Tutte domande che continuano a tenere il lettore con il fiato sospeso, come in un romanzo giallo. Ma presto altre domande si insinuano nella sua mente, molto meno esplicite ma altrettanto inquietanti. Siamo in una cittadina del Midwest, in una famiglia normale, tranne che per la sua composizione: Marylin, la madre americana, James, il padre di origine cinese. Man mano che l’autrice toglie, con estrema delicatezza, un velo dopo l’altro alla loro storia, di coppia e individuale, il lettore continua a interrogarsi. Anche se ben presto emerge il vero volto dell’«assassino»: il razzismo. Esplicito quello della madre di Marylin, che ha troncato ogni rapporto con la figlia dopo il suo matrimonio; sottile e mai espresso quello di Marylin stessa; strisciante e ipocrita, ma letale, quello della cittadina che ospita la famiglia senza mai veramente accoglierla. Il «non detto» è quello dei genitori di Lydia, e l’adolescente non ne è la sola vittima. Le ragioni complesse della sua morte emergeranno alla fine, ma non meno disastroso è l’effetto che quel silenzio ha avuto sugli altri due figli, un diciottenne pronto a partire per Harvard, e una bambina molto attenta alle dinamiche della famiglia e della città. Quello che rende eccezionale questa storia, e ne spiega l’enorme successo negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, è il talento dell’esordiente Celeste Ng nel «dire» e «non dire», nello svelare senza inutile enfasi le radici profonde di una tragedia famigliare solo in apparenza ordinaria.

«Celeste Ng racconta una storia più grande di qualunque movente possa avere un crimine...Ne emerge il ritratto di una famiglia in lotta
per veder riconosciuto il suo posto nella storia».
«The New York Times Book Review»

«Celeste Ng intreccia i fili di un romanzo complesso, multigenerazionale, gettando luce
sui segreti che tengono insieme, e che allo stesso tempo logorano e disgregano, una famiglia americana».
«Los Angeles Times»

«Una meditazione sul peso delle frustrazioni di genere e razza appartenute a una generazione e caricate sulle spalle, e dentro la testa, della successiva».
«San Francisco Chronicle»

«Celeste Ng ha battuto Stephen King, aggiudicandosi il titolo di Amazon Book of the Year».
«Stylist»

«Temi di discriminazione razziale sono qui abilmente intrecciati in un racconto serrato,
pieno di suspense».
«The Oprah Magazine»

«Un romanzo d’esordio che ricorda Amabili resti».
«Marie Claire»

Celeste Ng è cresciuta a Pittsburgh, in Pennsylvania, e a Shaker Heights, Ohio, in una famiglia di scienziati. Ha frequentato la Harvard University e la University of Michigan. I suoi racconti e i suoi articoli sono apparsi su «One Story», «TriQuarterly», la «Bellevue Literary Review» e la «Kenyon Review Online», ed è stata premiata con il Pushcart Prize. Abita a Cambridge, Massachusetts, con il marito e il figlio.

Jim Al-Khalili e Johnjoe McFadden
LA FISICA DELLA VITA
La nuova scienza della biologia quantistica

Jim Al-Khalili torna a colpire. Dopo i successi di La fisica del diavolo (8 edizionie il recente La fisica dei perplessi (3 edizioni),
si completa la «trilogia della fisica».

«Con grande vivacità e chiarezza, in questo libro scopriamo che il nostro mondo è colorato, persino saturato dalla stranezza dei quanti».
Philip Pullman Philip
La fisica della vita di Jim Al-Khalili e Johnjoe McFadden si candida ad essere un punto di svolta epocale nella saggistica scientifica divulgativa, un po’ come fu Il gene egoista di Richard Dawkins: un libro che racconta una grande novità, scritto in maniera praticamente perfetta, accessibile e informato, e che è frutto della collaborazione dei due scienziati maggiormente coinvolti a livello internazionale in questo nuovo, eccitante campo di studi. La meccanica quantistica è la base della realtà fisica. La dualità onda-particella, l’entanglement e il tunnelling non sono idee astratte che appassionano esclusivamente i fisici nei loro laboratori: sono cose reali e normali, come la torta della nonna. Anzi, sono cose che avvengono proprio dentro la torta della nonna! La meccanica quantistica in effetti è normale: è il mondo che descrive ad essere strano. E il mondo vivente? Nonostante Frankenstein, nessuno finora è davvero riuscito a creare la vita. A tutt’oggi, pur con tutte le dichiarazioni roboanti della «biologia sintetica», l’unico modo per costruire la vita è sempre e solo la vita. Ci sfugge ancora un ingrediente, qualcosa che tenga conto della complessità del fenomeno vitale. Sulla base di recentissimi esperimenti, rigorosi, ripetibili e bellissimi, stiamo cominciando a capire cosa succede laggiu in fondo, nel profondo delle cellule viventi, e a spiegare finalmente fenomeni che per secoli erano parsi inspiegabili. L’incredibile forza della fotosintesi, ad esempio, sembra proprio dovere la sua inarrivabile efficienza al fatto che a un certo punto del processo le particelle subatomiche coinvolte si trovano contemporaneamente in due punti distinti, per via dei fenomeni quantistici. Anche il funzionamento degli enzimi, la base stessa del nostro essere in vita, deve la sua perfezione quasi miracolosa al fatto che ci sono particelle che «svaniscono» da un punto per «materializzarsi» istantaneamente in un altro nel corso di una reazione chimica. È l’effetto tunnelling quantistico, e pare giochi un ruolo essenziale per la nostra salute. Lo strano mondo dei quanti e la complessità sfuggente della vita trovano in questo testo la prima sintesi accessibile. Un campo di studi, quello della «biologia quantistica», di cui si parlerà a lungo in futuro.
«Enormemente ambizioso. L’abilità di scrittura solleva il lettore e lo mantiene in volo su questa strana e affascinante terra incognita di una scienza completamente nuova».
Tom Whipple, “The Times”

Jim Al-Khalili (Baghdad, 1962) è docente di Fisica teorica alla University of Surrey, in Gran Bretagna, dove tiene anche una cattedra di Comunicazione scientifica. Vicepresidente della British Science Association, è anche membro onorario della British Association for the Advancement of Science, membro della Royal Society e Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (OBE). Nel corso della sua attività ha ricevuto il Michael Faraday Prize e il Kelvin Prize. Come comunicatore, Al-Khalili è spesso presente nei canali televisivi e radiofonici britannici, dove ha curato alcuni dei più apprezzati documentari scientifici inglesi, oltre a scrivere per il «Guardian» e «Observer». Con Bollati Boringhieri ha pubblicato La fisica del diavolo. Maxwell, Schrödinger, Einstein e i paradossi del mondo (2012), La casa della saggezza. L’epoca d’oro della scienza araba (2013) e La fisica dei perplessi. L’incredibile mondo dei quanti (2014).
Johnjoe McFadden (Donegal, Irlanda, 1956) è docente di Genetica molecolare alla University of Surrey. Specializzato nello studio della tubercolosi e della meningite, ha pubblicato libri di testo fondamentali per questo settore della ricerca e ha inventato il primo test diagnostico per la meningite, premiato con il Royal Society Wolfson Research Merit Award. Tra i suoi libri, Quantum Evolution. The New Science of Life (2001 e 2011) e, con Robin Headlam Wells, Human Nature. Fact and Fiction (2006). Scrive regolarmente per il «Guardian».

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