Cari lettori,
oggi mi tocca affrontare un argomento per me, molto spinoso: la pubblicazione di autori esordienti.
Come ormai sarà noto ai più, emergere per un nuovo autore, nel campo dell’editoria, è ormai una sorta di “Mission Impossible”.
I grandi editori non pubblicano autori esordienti, a meno che non si tratti di autori stranieri o di autori che presentano un genere su cui punta la casa editrice. Inoltre c’è da considerare che molti editori (ad esempio il gruppo Mondadori), non accettano di esaminare materiale di autori esordienti per i prossimi cinque anni. Tutto ciò va solo a discapito del talento emergente, ma a tutto vantaggio di autori già affermati o di personaggi pubblici e dello spettacolo, che si improvvisano scrittori (pur non sapendo cosa sia una penna o un pc), ma riempiono gli scaffali delle librerie. La gente poi, incuriosita dal libro di quel personaggio, lo acquista, ma appunto, per pura curiosità. Pubblicità, è tutto un discorso di pubblicità…Quante volte vi è capitato di leggere un libro super pubblicizzato e di scoprire che è alquanto deludente? A me fin troppe…
Ci sono da considerare poi, i medio-piccoli editori, che pubblicano chiedendo contributi all’autore, per coprire le spese di stampa. Contributi che variano dalle 1800 euro alle 5000 euro. Spese queste, che possono anche essere più esose, cari amici.
Certo, per chi lavora, sono bruscolini…infatti sono anche fin troppi gli autori che pubblicano, senza avere minimamente l’idea di cosa voglia dire scrivere. Pubblicano, perché possono permettersi di autofinanziarsi. Certo, non si fa di tutta l’erba un fascio, eh! Ci sono eccellenti autori, che possono investire sul proprio lavoro e quindi, pubblicano, com’è giusto che sia nel loro caso.
Sono più di dieci anni che ho rapporti con diverse case editrici, soprattutto indipendenti. Le procedure sono queste:
Alcune esaminano i manoscritti, a seguito, fanno pervenire all’autore una nota critica ed infine, inviano una copia del contratto, da firmare e rispedire al mittente.
Altre, avanzano proposte editoriali, senza neanche leggere il manoscritto. Ecco che qui, mi sorge il dubbio sulla serietà dell’editore e sul talento a questo punto dubbio, dello scrittore.
Certo, ho personalmente conosciuto validi editori, che seppur piccoli, si muovono bene nel panorama dell’editoria. Ma di certo non lo fanno gratis. Pertanto amici, se avete talento ed un cassetto pieno di risme di carta e pensieri, ma non avete i soldi per autofinanziarvi, abbandonate l’idea di pubblicare con uno di questo editori.
Questo accade perché, avere credibilità non è affar semplice, bisogna investire, soprattutto in periodi di crisi economica come questo.
Sono poche le case editrici che investono totalmente sul prodotto di un autore esordiente, ma ci sono. Dovrebbero essere circa una ventina o forse meno, gli editori italiani che pubblicano senza chiedere nessun compenso all’autore. E’ tra queste che bisogna cercare, anche se i tempi d’attesa per un responso sono infiniti ed i loro critici, sono piuttosto selettivi.
Non rimangono che i mezzi di auto pubblicazione online: YouCanPrin, Ilmiolibro.it, Lulu e molti altri siti che offrono servizi di stampa, pubblicazione e distribuzione. Non pochi sono gli autori che si rivolgono a questi siti e devo dire che di recente, mi è capitato di vedere nel catalogo di uno di questi siti, nomi di autori affermati.
Altra opzione rimane l’e-book, nuovo formato digitale, che si propone/impone come alternativa al caro vecchio libro.
Ahimè per molti, è diventato quasi avvilente sognare di divenire uno scrittore; ma sapete che vi dico? Lo scrittore nasce da sé, senza editori o etichette; è il talento a fare lo scrittore. Nondimeno, soddisfazione più grande per chi scrive è quella di vedere tra le mani il frutto del proprio lavoro. Non dimentico la prima volta che vidi il mio primo libro stampato e pubblicato, avevo 19 anni ed ero piena si speranze, che la realtà ha eluso e deluso. In quanti come me, sognano di vedere i propri libri tra gli scaffali di una libreria? In molti, credo…Badate bene, lo dico per esperienza personale…Ho pubblicato delle mie opere in sei antologie di poesia, ho ricevuto diversi premi, ho pubblicato due libri di poesia ed un libro di fiabe è in procinto di venire alla luce, eppure…sono ancora un autore emergente, sul quale nessuno investirebbe. Che dire? Ma in che mondo siamo?
Mi ritorna spesso alla mente, l’esempio di J.K. Rowling, la “mamma letteraria” di Harry Potter. Perché mi direte? Lei ha atteso dieci anni prima che qualche editore accettasse di pubblicare il suo libro, dieci lunghi anni. Mi chiedo…se lei fosse stata italiana, avrebbe trovato un editore pronto a scommettere su di lei? Un tempo era diverso, fare lo scrittore…fino alla prima metà del novecento, se un autore aveva qualcosa dire, lo di pubblicava. Ora lo scrittore non è più quella figura degna di stima ed ammirazione, ma solo un sognatore che arraffa illusioni ed a tempo perso, ricama di pensieri, bianchi fogli di carta…
Datemi una macchina del tempo, ve ne prego!
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