E non seguitelo, egli viaggia a cavallo tra un universo e l’altro. Potreste perdervi.
Non chiedetevi dove sia quando vi guarda o cosa attenda quando tace.
Non stupitevi della sua follia e non trovate ragione nel suo essere fuori e dentro al mondo.
Non destate il suo cuore di carta o vi amerà in segreto tra le sue pagine.
Abbiate cura di non toccare nulla nelle stanze della sua mente, poiché lì ogni cosa è di un vetro leggerissimo che si infrange a un soffio.
Ebbene, che creatura fragile è lo scrittore. Eppure egli è fatto d’acciaio, di una lega che spezza la materia, poiché infrange ogni legge con le dita sulla tastiera. È fatto di diamante, che riluce anche al buio. È fatto della stessa sostanza della notte: mistero e paura, poesia e solitudine.
Oh, non provate ammirazione. Egli non è che un ladro d’anime, un dissimulatore della realtà, un vagabondo sotto ponti d’inchiostro. Eppure è generoso come una madre che attraversa il dolore per generare: scioglie i pensieri e ne fa parole, immola spirito e cuore, è santo e assassino per ogni suo lettore.
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